mercoledì 3 ottobre 2012

Separazioni, perdite, abbandono e infanzia


Ci sono sempre delle separazioni nel corso della prima infanzia. E possono provocare angoscia e dolore.
Ma gran parte delle normali separazioni, nel contesto di una relazione stabile e piena di cure verso il bambino, difficilmente lo lasceranno con delle cicatrici nel cervello. E anche le madri che lavorano possono instaurare con i loro figli un legame umano basato sull'amore e sulla fiducia.





Ma quando la separazione mette in pericolo quel primo attaccamento, è difficile sviluppare la fiducia.
E quando i nostri primi legami non danno affidamento, possiamo trasferire quella esperienza e le relative reazioni su ciò che ci aspettiamo dai nostri figli, dagli amici, dal coniuge, persino dal socio in affari.
[….]

Temendo la separazione, stabiliamo attaccamenti ansiosi e rabbiosi.
E spesso ci tiriamo addosso ciò di cui abbiamo paura

Alcune ricerche mostrano che le perdite nella prima infanzia si sensibilizzano verso le perdite che incontreremo in seguito..
E così, più in là nella vita, la nostra risposta a un lutto in famiglia, a un divorzio, alla perdita del lavoro, può essere una grave depressione – la risposta di quel bambino disperato, arrabbiato e impotente.


immagine di Susan Rios

L’angoscia è dolorosa. La depressione è dolorosa.  Potremmo così sviluppare strategie per difenderci dal dolore della separazione.

Il distacco emotivo è una di queste difese. Non possiamo perdere una persona cara se non ci è cara…

Un’altra difesa contro la perdita può essere il bisogno forzato di prendersi cura della gente. Invece di sentire dolore, aiutiamo coloro che soffrono.
Dando così sollievo al nostro vecchio, vecchissimo senso di impotenza, identificandoci con coloro di cui ci occupiamo.

Una terza difesa è un’autonomia prematura. Rivendichiamo la nostra indipendenza troppo prematuramente. Rivestiamo il bambino indifeso con la fragile armatura dell’adulto sicuro di sé.


Le perdite esaminate – queste separazioni premature della prima infanzia – possono alterare le nostre aspettative e le nostre risposte, possono alterare il modo in cui affronteremo le perdite inevitabili della nostra vita.
Immagine di Susan Rios

Nel suo straordinario romanzo di Marilynne Robinson, Housekeeping, la sua desolata eroina riflette sul potere della perdita, ricordando “quando mia madre mi lasciò sola ad aspettarla, e in instaurò in me  l’abitudine all'attesa e all'aspettativa  che rendono ogni momento più significativo proprio per ciò che non contiene”

Da “Distacchi” di Juduth Viorst – Ed. Sperling & Kupfer 2004 

Tutte le immagini di questo post sono di Susan Rios

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