giovedì 6 settembre 2012

Melodia infinita






Anni fa, in un quartiere di Napoli, entrai in una biblioteca, assieme ad amici, per l’appunto di Napoli.

Trovai, curiosando tra gli scaffali, un libro, anzi un epistolario di Nietzsche di cui ignoravo l’esistenza. 
Visto che ero di passaggio, non ritenni di farmi socia per potere prendere il libro in prestito.
Così ne ricopiai una parte, scarabocchiandola su un foglio.

Si tratta di una lettera che Nietzsche scrive all’amico Fucs 


"Nizza Inverno 1884-85

   A Karl Fucs

….
La formula wagneriana "melodia infinita" esprime nel modo più amabile il pericolo, la corruzione  dell’istinto, e anche la tranquillità della coscienza in mezzo a tale corruzione.

L’ambiguità ritmica per cui non si sa più, non si deve più sapere, se una cosa è capo o coda,  è senza dubbio un trucco artistico mediante il quale si ottengono effetti  meravigliosi – il Tristano ne è ricco; ma come sintomo di un’arte è e rimane il segno del dissolvimento.
La parte impera sul tutto, la frase sulla melodia, l’attimo sul tempo, il pathos sull’ethos e finalmente l’esprit sul pensiero.

Quello che io credo di scorgere è un capovolgimento della prospettiva: si vede molto, troppo minutamente il particolare; molto, troppo confuso l’insieme.

In musica la volontà è tesa verso questa ottica sovvertitrice e più della volontà, l’ingegno.
E questo è decadence." 



Per chi volesse approfondire il rapporto fra Nietzsche e Wagner qualcosa  può leggere qui http://xoomer.virgilio.it/fnietzsche/_private/wagner.htm


A me sembra che quanto Nietzsche scrive a proposito della melodia di Wagner, si possa applicare in genere ad ogni forma melodica.
Perché la melodia ci trascina, ci coinvolge, abbatte il nostro spirito critico. Ma aspetto la risposta di chi, ben più di me, è esperto in musica.
Intanto saluto Savino e auguro a tutti una buona giornata.


L'immagine è presa in rete


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