lunedì 9 gennaio 2012

Che fine ha fatto la borghesia?




Proseguendo sui temi proposti in questi due giorni, vorrei suggerire  una piccola recensione di un libro scritto da Giuseppe De Rita e Antonio Galdo che analizzano un fenomeno tutto italiano.
Prendo da qui  la prima spiegazione da parte di Gualdo.


"Il libro racconta cosa è accaduto in Italia negli ultimi trent'anni, sotto una particolare angolazione: la scomparsa della borghesia, intesa come classe capace di mettere ordine nel sistema, sistema politico, sistema economico, sistema sociale".


In questo vuoto - spiega Galdo - il paese è scivolato nel populismo, in un capitalismo dove prevalgono i conflitti di interesse e le relazioni al posto di una libera concorrenza e del 'sano' mercato, in un corporativismo sfrenato e in una ricerca ossessiva e costante - una caratteristica di questo trentennio - di interessi individuali, leggittimi sì, ma insufficienti a dare al paese autorevolezza e solidità.




"La borghesia in Italia non ha fatto il suo mestiere, è scomparsa (da qui il titolo del libro) e tutti ne abbiamo pagato e ne stiamo pagando stiamo pagando il prezzo" continua Galdo. 
"l'Italia si trova oggi a un giro di boa, un momento di (perfino) appassionante cambiamento. Una grande opportunità da vivere con l'ottimismo della volontà: vedremo molto presto nuove classi dirigenti affacciarsi sulla scena, nella politica, nell'economia e nel mondo delle professioni. Queste dovranno necessariamanente - se saranno interessate al sistema paese - avere un'idea di governo e quindi anche di tenuta, in termini generali e non solo individuali. 


C'è una variabile fondamentale per capire se questo cambiamento ci porterà avanti: che la borghesia italiana non stia più alla finestra ma decida di fare il suo mestiere."


Sul sito de La Feltrinelli  trovo invece queste parole, che sono poi un riassunto di quanto scritto sopra:


"La borghesia nel nostro Paese è venuta meno ai doveri e alle responsabilità che, naturalmente, le competono: il volume muove da questa tesi per dimostrare come, senza una borghesia in grado di esercitare il suo ruolo, gli italiani non hanno coltivato il senso delle istituzioni, della nazione e dello Stato, è salita l'onda di un populismo viscerale, che in alcuni casi si è tradotto nelle forme più estreme dell'antipolitica, non si è consolidata una classe dirigente di stampo europeo e, dopo il crollo della Prima Repubblica, il Paese si è ritrovato con pezzi di establishment spuri, per formazione e competenze. Il ceto medio ha così preso il sopravvento senza che la borghesia fosse capace di fare qualcosa


Il Fascino discreto della Borghesia - film di Bunuel




Giuseppe De Rita e Antonio Caldo analizzano i diversi modi in cui si manifesta questa 'eclissi': dal capitalismo nostrano, refrattario a regole ed etica, alla rinuncia all'impegno politico diretto e alla passione civile, dallo smarrimento di elementi di equilibrio all'interno di una democrazia compiuta alla crescita di un sistema dell'informazione non indipendente, ma controllato da gruppi finanziari e industriali estranei all'editoria. 


Oltre a intere generazioni di borghesi che vanno a studiare all'estero per non tornare in Italia, abbandonando il Paese al suo declino. La conseguenza di quanto è accaduto è un evidente corto circuito tra governanti e governati, istituzioni e cittadini. E rappresenta un vuoto che bisognerà colmare per restituire all'Italia un'idea forte e condivisa di futuro."

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