mercoledì 28 dicembre 2011

Tras-os-montes e Miguel Torga

Miguel Torga è per me un grande scrittore, o meglio, dalla sua scrittura appare l'anima di un uomo dignitoso, pieno di  valori, valori  che qui da noi sono spesso dimenticati.
Scrive per esempio a proposito di Tras-os-Montes (Portogallo):



"...Dobbiamo seminare pendii, alzare terrazze, tagliare il grano, preservare la nostra lingua, mantenere i nostri costumi, imparare i nostri proverbi, partecipare all'assemblea del popolo. 
Lavorare, prolungare e vivificare una tradizione. Innaffiare la terra con il sudore e conservare viva, sotto la campana di vetro del ricordo - come una reliquia eternamente sanguinante - la lezione del passato.
E' grazie a questo dualismo permanente - il corpo che tempra la propria forza nella roccia, mentre l'anima s'impregna della luce dei progenitori - che saremo in grado di rimanere in piedi e di preservare il solido edificio della nostra realtà collettiva. ..."


Di lui scrive Charles Juliet:


"... La coerenza ammirabile di un uomo, di una vita, di un pensiero, di un'opera, di una lotta incessante contro tutto ciò che può mettere in pericolo la libertà e la dignità dell'uomo.
In un'epoca materialistica dove i veri valori sono sempre più spesso ignorati, negati, sbeffeggiati, una tale opera è un sostegno, un conforto. Essa aiuta a non disperare dell'uomo, dà energia, invita a battersi contro tutto ciò che ci aliena, ci svuota, ci avvilisce.
Le dittature finiscono per cadere, ma un male ci minaccia tutti, un male endemico tanto più temibile quanto insidioso: il male della mediocrità, della volgarità, dell'insignificanza..."


Ho tratto questi brevi stralci da un libriccino che invito a leggere:
"L'Universale è il locale meno i muri" di Miguel Torga - Ed. Murene - a cura di Massimo Razzante.
Immagine presa dal web

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