mercoledì 23 febbraio 2011

L’ignoranza del presente nasce fatalmente dall’incomprensione del passato

Per Marc Bloch (nato il 6 luglio 1886 a Lione) la storia, convenientemente studiata e insegnata, era l’unico strumento di cui la società disponesse per una "pulizia dell’intelligenza", impedendo agli uomini di cadere vittime della suggestione e sostituendo al conformismo l’interesse per il vero, il più importante contributo della storia al progresso di una civiltà:


 "Persino nell’azione, noi giudichiamo troppo. ...
 Non comprendiamo mai abbastanza. Chi è diverso da noi – straniero, avversario politico – passa, quasi necessariamente, per un cattivo.

Anche per condurre le lotte che non si possono evitare, un po’ più di intelligenza delle anime sarebbe necessaria; a maggior ragione, per evitarle, quando si è ancora in tempo.
La storia, purché rinunci alle sue false arie da arcangelo deve aiutarci a guarire da questo difetto".





Appunto, la storia doveva rinunciare alle sue false arie da arcangelo, non doveva proporsi come la panacea di tutti i mali, estrarre dal contenitore del passato qualsiasi mito adatto a portare acqua al mulino del presente; anzi, doveva superare i miti di cui il presente si nutriva e discernere, attraverso lo spirito critico, la verità dalla menzogna.

Quello che Bloch rimproverava alla nazione era una generale miopia politica che aveva obnubilato la capacità di azione delle classi dirigenti. 

I sindacati, la sinistra, la destra… tutti avevano dimenticato di far parte di una Nazione, cioè di una comunità alla cui base vi era l’accettazione di determinati valori e il compimento di determinati doveri che davano l’accesso a particolari diritti e alla dignità di cittadino ...., o meglio offriva a tutti uno spazio pubblico in cui esercitare la propria acquisita dignità.

E lo storico, che era anche un cittadino, si situava anch’egli in questo spazio, anzi, il suo mestiere perdeva di significato se non poteva esercitarsi in questo spazio a tutti accessibile ed essere un’utile guida all’azione, e alla comprensione delle "realtà umane".

"L’ignoranza del presente nasce fatalmente dall’incomprensione del passato"



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