sabato 26 febbraio 2011

Diario

"Questo diario è il mio kief, il mio hashish, la mia pipa d'oppio. E' la mia droga e il mio vizio. Invece di scrivere un romanzo, mi sdraio con questo libro e una penna e indulgo in rifrazioni e diffrazioni ..."


"... E venne il giorno in cui il rischio di rimanere chiuso in un bocciolo divenne più doloroso del rischio di sbocciare"
Uno vive così, protetto, in un mondo delicato, e crede di vivere. Poi legge un libro, o fa un viaggio ... e scopre che non sta vivendo, che è ibernato.
I sintomi dell'ibernazione sono facili da individuare: primo: inquietudine, secondo (quando l'ibernazione diventa pericolosa e può degenerare nella morte) : assenza di piacere. Questo è tutto. Sembra una malattia ignota. Monotonia, noia, morte.
Milioni di uomini vivono in questo modo (o muoiono in questo modo), senza saperlo.
 
Lavorano negli uffici. Guidano una macchina. Fanno picnic con la famiglia. Allevano bambini.
Poi interviene un cura  "Urto", una persona, un libro, una canzone, che li sveglia, salvaguardandoli dalla morte.
Alcuni non si svegliano mai".
....................

“Venne un tempo in cui il rischio di restare chiusi in un bocciolo fu più doloroso del rischio che il bocciolo correva a fiorire” 

(Anais Nin  Dal diario 1931-1934)

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