venerdì 15 maggio 2009

Qualche riflessione sul rospo comune


Riporto qualche brano di questo articolo scritto da George Orwell:

"Il fatto che i piaceri della primavera sono disponibili a chiunque e non costano niente ... nemmeno le stradine cupe e strette intorno alla Banca d'Inghilterra possono tenerla a distanza, perché la primavera penetra dovunque, come uno di quei nuovi gas velenosi che passano attraverso tutti i filtri.
Spesso si dice che la Primavera è 'un miracolo' ... Dopo i durissimi inverni che abbiamo dovuto sopportare di recente, la primavera sembra davvero miracolosa, perché era sempre più difficile convincersi che sarebbe tornata ...

"E' male trarre piacere da questo e da altri cambiamenti stagionali? Per dirla con maggior precisione, è politicamente reprensibile, nel momento in cui tutti stiamo gemendo (o dovremmo genere) sotto la macina del sistema capitalistico, compiacersi del fatto che la vita è più degna di essere vissuta perché un merlo canta, un olmo ingiallisce in ottobre, o si verifica qualche altro fenomeno che non costa niente e manca di ciò che i giornali di sinistra chiamano "la prospettiva di classe?" So per esperienza che un qualsiasi riferimento alla "natura" in uno dei mie articoli mi farà piovere un certo numero di lettere di protesta... Una è che il trarre piacere dai comuni processi della vita incoraggia una sorta di quietismo politico: la gente, si pensa di solito, deve essere insoddisfatta ed è nostro compito moltiplicare le nostre richieste, non gioire di quello che amiamo già.

L'altra idea è che noi viviamo nel tempo delle macchine e che non amare le macchine sia reazionario, frutto di arretratezza mentale e anche un po' ridicolo. ...."


"Qualche riflessione sul rospo comune" è un delizioso articolo scritto da George Orwell nel 1946 e riportato in Cronache Bradburyane da Giuseppe Lippi.

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