mercoledì 4 marzo 2009

GLI ANNI CINQUANTA: America e maccartismo



Gli anni Cinquanta portarono a maturazione tutto quello che nel decennio precedente era stato seminato:
il maccartismo, la televisione, la Guerra Fredda.

Nel 1950 le sale cinematografiche videro calare il pubblico del 20%.

Come del resto la società del periodo, anche il cinema si presenta in termini schizofrenici, contraddittori.

Un tema classico del cinema americano è quello della famiglia: da un lato abbiamo deliziose pellicole piene di brio descrittivo che celebrano l'istituzione in termini di elegante e divertente leggerezza, come per esempio "Il padre della sposa" di Vincente Minelli, ma dall'altra questi sono gli anni dei "ribelli senza causa", dei James Dean, e dei Marlon Brando.

Dei due fu il primo in particolare a incarnare la ribellione alla famiglia in pellicole come "Gioventù bruciata" di Nicholas Ray e "La valle dell'Eden" di Elia Kazan.

Diverso il caso di Marlon Brando, la cui inquietudine sembrava incarnare una protesta generazionale che già stava prendendo strade meno dirompenti - ma pur sempre i grande effetto - con l'esplosione del rock & roll.


Fu comunque questo il periodo di quel fenomeno di isteria collettiva patrocinato dal senatore McCarthy che va sotto il nome di "caccia alle streghe".

E il cinema, mezzo di massa per eccellenza, venne sottoposto ad un setaccio ideologico radicale con le famigerate "liste nere" dei cineasti che si supponevano compromessi con la sinistra.


Allontanati uomini di grande rigore morale, la comunità rispose con l'attività di prestanomi che firmarono il lavoro di colleghi ingiustamente licenziati per permettere loro di guadagnarsi da vivere.

Vennero organizzate marce in difesa dei "dieci" di Holliwood e della libertà di pensiero, alcuni (Kazan, Dmytryk) testimoniarono contro i colleghi per semplice paura di perdere il posto.

E l'America si rese conto di essere molto diversa da quel che pensava.


Questo post è una trascrizione delle pagine 101 e 102 del libro "Introduzione al cinema di Hollywood" ed. Mondadori - scritto da Franco La Polla, uno dei principali studiosi italiani del cinema hollywoodiano, professore al Dams di Bologna, mancato il 27 febbraio scorso.


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