giovedì 26 febbraio 2009

Il labirinto

Riprendo il discorso sul labirinto da una angolazione diversa, quella di Aldo Carotenuto nel suo libro "Vivere la distanza".

"Il labirinto è la rappresentazione, estremamente complessa, di un percorso di iniziazione, al termine del quale ci auguriamo di aver conseguito una meta, nuovamente pronti per accettare una nuova sfida.

E' questo il compito del vivere: un continuo superamento dei confini dell'Io, una perenne iniziazione al vivere stesso.

Potrà essere una iniziazione religiosa, esoterica, o una prova destinata all'eroe, comunque sia è un cammino, un passaggio da un livello di consapevolezza ad un altro, da un piano di esistenza ad un altro, da una condizione psicologica ad un'altra.

Nessun uomo nasce con la consapevolezza di cosa sia necessario per vivere psicologicamente, per sviluppare tutte le proprie potenzialità. Esiste un mondo esterno alla coscienza e un firmamento interiore, entrambi destinati a perturbarla, a mutarla, a farla evolvere.

Esistono situazioni della vita in cui accade che la coscienza sia chiamata ad una particolare sofferenza e lacerazione, perché la visione del mondo sua propria non è più capace di nutrirla, di sostenerla e maturarla.
Sono momenti di profonda introversione, di regressione, di ritiro dall'investimento sulle cose, sul lavoro, sugli eventi esterni.

Ed è spesso in tali momenti che l'individuo in crisi, si sente come in un labirinto, "senza via di scampo, intrappolato in una dimensione di cui non conosce lo sbocco.

Difficilmente, quando si è in una fase di profonda introversione, di ritiro dal mondo, e si ritiene di essere finiti in un vicolo cieco, si ha la percezione di vivere una "prova iniziatica".

Ma, se ne avessimo coscienza, cambierebbe il nostro modo di essere presenti a noi stessi ed alla sofferenza che viviamo.


da "Vivere la distanza" - Aldo Carotenuto - Studi Bompani

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