sabato 24 gennaio 2009

Dentro le fiabe

Proseguo le considerazioni sui racconti popolari e sulle fiabe iniziate ieri.

Un ‘altra caratteristica della fiaba è che lo svolgimento della vicenda conduce a risultati che contrastano con la realtà quotidiana del narratore.

La fiaba mette il mondo a testa in giù ed è inguaribilmente ottimista: il più giovane, il più sciocco, il più debole vince sempre.

Il pastorello sposa la principessa, l’orfanella incontra il suo principe, il re malvagio e la matrigna cattiva non sfuggono alla giusta punizione.

Le figure sono soltanto rappresentanti di ciò che devono rappresentare; in molti casi non hanno neppure un nome. Sono semplicemente il re, la matrigna, il drago, il gigante, la sorella, il soldato, il pastorello.

Se l’eroe o l’eroina hanno un nome, nella maggior parte è generico, oppure i personaggi devono accontentarsi di nomi o soprannomi semplici, modellati sulle circostanze, come Cenerentola, Rosaspina o Pollicino.

Un gruppo piccolo, ma molto amato di fiabe fantastiche non ha per protagonisti i più consueti adolescenti, ma bambini più piccoli: sono le fiabe di Cappuccetto Rosso, Pollicino e Hansel e Gretel, al cui centro sta la fuga dell’eroe o dell’eroina dalle fauci di una creatura soprannaturale (strega, orco) o di un animale mangiatore di uomini.

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